Mimetismo militare e l’utilizzo in outdoor


Nell’ultimo periodo, scrivendo diversi articoli sugli accessori per l’outdoor, ho trattato vari equipaggiamenti da trekking e accessori militari (e ne tratterò altri). Per questo motivo, in questo articolo voglio spiegare i principali tipi di mimetismo militare, fornendo informazioni chiare sui diversi modelli, le loro caratteristiche, un po’ di storia e il loro utilizzo sul campo e in outdoor.

Il mimetismo militare ha svolto un ruolo cruciale nell’evoluzione delle strategie di combattimento, permettendo ai soldati di adattarsi ai diversi ambienti operativi e di ridurre la loro visibilità sul campo. Nel corso degli anni, diversi eserciti hanno sviluppato pattern specifici per rispondere alle esigenze tattiche e geografiche delle loro missioni. Tra i più noti e influenti troviamo il Flecktarn, il classico schema tedesco a macchie sfumate, il CADPAT, primo mimetismo digitale adottato dalle forze canadesi, e il MARPAT, il pattern pixelato sviluppato per il Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Accanto a questi, l’UCP (o ACUPAT), che si proponeva come un mimetismo universale ma si rivelò poco efficace, il Vegetato, pensato per i boschi e le colline italiane, e il versatile MultiCam, oggi utilizzato in tutto il mondo per la sua capacità di adattarsi a molteplici ambienti. Ognuno di questi schemi ha una storia unica, legata all’innovazione tecnologica e alle necessità strategiche delle forze armate che li hanno adottati.

Il mimetismo in outdoor invece è una tecnica essenziale per chi pratica attività come l’escursionismo, la caccia, il birdwatching, la fotografia naturalistica o il bushcraft consentendo di integrarsi meglio nell’ambiente e ridurre l’impatto sulla fauna selvatica. L’uso di abbigliamento e attrezzatura con colori e pattern che richiamano la vegetazione circostante aiuta a non disturbare gli animali e a muoversi in modo discreto. In scenari boschivi, tonalità verdi e marroni sono ideali, mentre in ambienti rocciosi o innevati è preferibile adottare colori più chiari o grigi. Oltre all’aspetto visivo, è importante considerare anche il rumore e l’odore: tessuti silenziosi e l’uso di materiali naturali possono migliorare ulteriormente l’efficacia del mimetismo, rendendo l’esperienza outdoor più autentica e immersiva.


Il Mimetismo Flecktarn: Il mimetismo Flecktarn è uno dei pattern mimetici più riconoscibili e diffusi tra le forze armate di diverse nazioni. Caratterizzato da un design a macchie irregolari, questo schema è stato sviluppato per offrire un’elevata capacità di occultamento in ambienti boschivi e temperati. La sua storia è profondamente legata alle forze armate tedesche e ha influenzato numerosi altri pattern in tutto il mondo. Il Flecktarn trova le sue radici nei modelli mimetici sviluppati dalla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. Già negli anni ‘30, l’esercito tedesco sperimentava vari tipi di camuffamento, culminando con il celebre “Erbsenmuster” (a pois) e il “Leibermuster”. Dopo la guerra, la Germania Ovest e la Germania Est seguirono percorsi distinti nel design del mimetismo, con la Bundeswehr che adottò inizialmente il classico verde oliva.Negli anni ‘70 e ‘80, l’esercito della Germania Ovest iniziò a sviluppare un nuovo schema mimetico, con test estensivi su diverse varianti. Nel 1976, il pattern Flecktarn venne proposto, ma fu adottato ufficialmente solo nel 1990 dalla Bundeswehr, in seguito alla riunificazione della Germania. Il nome “Flecktarn” deriva dalle parole tedesche “Fleck” (macchia) e “Tarnung” (mimetizzazione), descrivendo efficacemente la sua estetica a macchie.

Il Flecktarn originale utilizza una combinazione di cinque colori (verde scuro, verde chiaro, marrone rossiccio, nero e beige) che si fondono tra loro per creare un effetto tridimensionale efficace nei boschi e nelle aree temperate. Esistono anche varianti come il “Wüsten-Flecktarn” per ambienti desertici e versioni in scala di grigi per utilizzi speciali. Il principale punto di forza del Flecktarn è la sua capacità di spezzare la silhouette umana, rendendo difficile l’individuazione a distanze medie e lunghe. Le macchie irregolari, distribuite in modo casuale, evitano l’effetto di “spigoli netti” che caratterizza altri pattern, come il Woodland americano. Questo lo rende particolarmente adatto a foreste e ambienti boschivi, dove le variazioni cromatiche sono molteplici e irregolari. Dopo il successo con la Bundeswehr, il Flecktarn è stato adottato anche da altre nazioni, tra cui Paesi Bassi, Austria e Danimarca, che hanno sviluppato proprie varianti basate sullo stesso concetto. Anche alcune forze speciali e unità paramilitari hanno scelto il Flecktarn per le sue qualità di occultamento.

Nel settore civile, il Flecktarn ha guadagnato popolarità tra gli appassionati di soft-air, escursionismo e bushcraft, grazie alla sua efficacia in ambienti naturali. L’abbigliamento militare surplus in questo pattern è molto ricercato per la sua robustezza e il costo relativamente accessibile. Il Flecktarn è un esempio di mimetismo militare efficace e versatile, con una lunga storia di sviluppo e perfezionamento. La sua combinazione di colori e il design a macchie lo rendono ideale per ambienti boschivi, assicurando una mimetizzazione superiore rispetto a molti altri schemi. Grazie alla sua efficacia e diffusione, il Flecktarn continua a essere una scelta popolare sia tra le forze armate che tra gli appassionati di outdoor e tattica. Questo mimetismo lo consiglio per i nostri boschi soprattutto nell’ambiente carsico.


Il Mimetismo CADPAT: Il CADPAT (Canadian Disruptive Pattern) è uno dei primi schemi mimetici digitali sviluppati per le forze armate moderne. Creato dal Canada, questo pattern ha introdotto una rivoluzione nel concetto di camuffamento, utilizzando pixel per migliorare l’occultamento visivo e ridurre la rilevabilità nelle moderne zone di combattimento. Lo sviluppo del CADPAT iniziò negli anni ‘90, quando le Forze Armate Canadesi cercavano un sostituto per il loro tradizionale pattern mimetico. L’obiettivo era creare uno schema capace di ridurre la visibilità a occhio nudo e migliorare la furtività nei visori a infrarossi, sempre più utilizzati nei conflitti moderni. Nel 1995, i primi prototipi vennero testati in diversi ambienti, tra cui foreste, aree urbane e zone aride. Dopo anni di sperimentazione, il CADPAT venne ufficialmente adottato nel 2002, diventando il primo schema mimetico digitale standardizzato per un esercito nazionale.

Varianti del CADPAT:

Il CADPAT è stato sviluppato in diverse versioni per adattarsi a vari ambienti:

  • CADPAT TW (Temperate Woodland): progettato per ambienti boschivi e temperati, con una combinazione di verde, marrone e nero.
  • CADPAT AR (Arid Regions): una versione per ambienti desertici e aridi, con tonalità di beige, marrone e sabbia.
  • CADPAT WO (Winter Operations): pensato per l’inverno, con un mix di bianco e grigio per adattarsi a paesaggi innevati.
  • CADPAT U (Urban): sperimentale e meno diffuso, sviluppato per il combattimento urbano con tonalità di grigio e nero.

Il CADPAT è stato uno dei primi pattern a introdurre una struttura digitale basata su pixel. A differenza dei tradizionali schemi con macchie o forme irregolari, la disposizione pixelata spezza la silhouette del soldato in modo più efficace, riducendo la possibilità di essere individuato a diverse distanze. Inoltre, il pattern è progettato per ridurre la firma infrarossa, offrendo un vantaggio nei combattimenti notturni. Dopo il successo del CADPAT, numerosi eserciti hanno adottato mimetismi digitali simili. Tra questi, il MARPAT degli Stati Uniti, il DigiFlora russo e l’UCP (Universal Camouflage Pattern) dell’esercito americano sono stati direttamente influenzati dal concetto CADPAT. Nel settore civile, il CADPAT è apprezzato dagli appassionati di softair, caccia e bushcraft, anche se l’uso commerciale è limitato dalle restrizioni governative canadesi sulla vendita di equipaggiamenti con questo pattern.

Il CADPAT ha rappresentato una svolta nel design del camuffamento militare, introducendo un concetto innovativo che ha influenzato numerosi eserciti nel mondo. Grazie alla sua efficacia e versatilità, continua a essere un riferimento per le nuove generazioni di mimetismo militare.


Il Mimetismo MARPAT: Il MARPAT (Marine Pattern) è uno dei mimetismi digitali più iconici, sviluppato specificamente per il Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Introdotto all’inizio degli anni 2000, il MARPAT ha segnato un’evoluzione nel camuffamento militare, basandosi su una struttura pixelata che riduce la visibilità del personale in diverse condizioni ambientali. Alla fine degli anni ‘90, il Corpo dei Marines cercava un nuovo schema mimetico più efficace rispetto al classico Woodland e al Desert Camouflage Pattern (DCU). Il successo del CADPAT canadese, il primo mimetismo digitale ufficialmente adottato, ispirò i Marines a sviluppare un proprio pattern basato su principi simili. Dopo anni di ricerca e test sul campo, il MARPAT venne ufficialmente introdotto nel 2002, insieme alla nuova uniforme da combattimento MCCUU (Marine Corps Combat Utility Uniform). Il design fu sviluppato con il contributo di esperti dell’Università di West Point e del Centro di Ricerca del Corpo dei Marines, che testarono oltre 100 varianti prima di selezionare il modello definitivo.

Varianti del MARPAT

Il MARPAT è disponibile in due varianti principali:

  • MARPAT Woodland: progettato per ambienti boschivi e giungle, con una combinazione di verde scuro, marrone, nero e beige.
  • MARPAT Desert: studiato per ambienti aridi e desertici, con una combinazione di beige, marrone chiaro e sabbia.

Esiste anche una terza variante sperimentale, il MARPAT Urban, che non è mai stata adottata ufficialmente.

Il MARPAT utilizza un motivo a pixel che spezza la silhouette umana in modo più efficace rispetto ai design tradizionali. Questo effetto migliora l’occultamento sia a occhio nudo che attraverso dispositivi a infrarossi, riducendo la possibilità di individuazione sul campo di battaglia. Uno degli aspetti distintivi del MARPAT è il piccolo emblema dell’USMC (l’aquila, il globo e l’ancora) incorporato nel tessuto, rendendo il pattern esclusivo per il Corpo dei Marines. L’introduzione del MARPAT ha influenzato lo sviluppo di numerosi altri schemi mimetici digitali, come il DigiFlora russo e il pattern UCP (Universal Camouflage Pattern) dell’Esercito degli Stati Uniti. Tuttavia, mentre l’UCP si è rivelato inefficace in molti ambienti, il MARPAT ha dimostrato eccellenti capacità di occultamento, rimanendo in uso ancora oggi.

Nel settore civile, il MARPAT è apprezzato dagli appassionati di softair e outdoor, anche se la produzione commerciale è limitata per evitare l’uso non autorizzato del pattern originale. Il MARPAT ha rappresentato un passo avanti nell’evoluzione del camuffamento militare, combinando tecnologia avanzata e design studiato per offrire ai Marines un vantaggio tattico sul campo. La sua efficacia e diffusione ne fanno ancora oggi uno dei pattern mimetici più rispettati e utilizzati nel mondo militare.


Il Mimetismo UCP (Universal Camouflage Pattern): Il Universal Camouflage Pattern (UCP), conosciuto anche come ACUPAT (Army Combat Uniform Pattern), è stato il mimetismo standard dell’Esercito degli Stati Uniti dal 2004 al 2019. Creato con l’intento di fornire un unico pattern adatto a tutti gli ambienti operativi, il UCP si è rivelato controverso per la sua scarsa efficacia in molte situazioni. Tuttavia, la sua adozione ha segnato una fase importante nell’evoluzione del camuffamento militare. Alla fine degli anni ‘90, l’Esercito degli Stati Uniti cercava di sostituire i tradizionali schemi Woodland e Desert Camouflage Pattern (DCU) con un mimetismo universale. Il successo del CADPAT canadese e del MARPAT del Corpo dei Marines influenzò lo sviluppo del nuovo pattern. Dopo test estensivi, nel 2004 il UCP venne ufficialmente adottato con la nuova uniforme Army Combat Uniform (ACU). Il design si basava su una combinazione di grigio chiaro, sabbia e verde salvia, con un motivo digitale simile al MARPAT, ma privo di forti contrasti.

Il UCP era stato progettato con l’idea di adattarsi a diversi ambienti, riducendo la necessità di uniformi specifiche per foreste, deserti o aree urbane. Tuttavia, il pattern presentava diversi problemi:

  • Il contrasto tra i colori era insufficiente, rendendo il soldato più visibile in molte situazioni.
  • La tonalità grigiastra non funzionava bene né nei boschi né nei deserti.
  • L’efficacia nel combattimento urbano era inferiore alle aspettative.

Test successivi dimostrarono che il UCP non offriva le prestazioni necessarie, portando alla sua graduale sostituzione. A causa delle critiche e dei test sul campo, già nel 2010 l’Esercito iniziò a sperimentare nuove soluzioni, adottando temporaneamente il Multicam per le operazioni in Afghanistan. Nel 2014, venne introdotto l’OCP (Operational Camouflage Pattern), che divenne il nuovo standard, segnando la fine del UCP. Nonostante la sua breve durata, il UCP ha avuto un impatto significativo nella storia del camuffamento militare. Ha evidenziato i limiti dei pattern universali e ha portato alla rivalutazione dell’importanza di mimetismi specifici per ambienti differenti.

Oggi, il UCP è ancora utilizzato in alcuni ambiti non operativi e continua a essere popolare tra collezionisti e appassionati di militaria. Il UCP è stato un esperimento ambizioso che, pur fallendo nella sua missione, ha contribuito all’evoluzione del camuffamento militare. La sua storia dimostra l’importanza dei test sul campo e dell’adattamento alle esigenze reali dei soldati sul terreno.


Il Mimetismo Vegetato: Il mimetismo Vegetato è il pattern mimetico ufficiale delle Forze Armate Italiane, adottato nei primi anni 2000 per sostituire il precedente schema mimetico a tre colori. Progettato per adattarsi alle caratteristiche del territorio italiano, il Vegetato si è dimostrato estremamente efficace nei contesti boschivi e collinari, offrendo un ottimo occultamento e una moderna capacità di adattamento agli scenari operativi. Fino agli anni ‘90, l’Esercito Italiano utilizzava il “Mimetico a Tre Colori”, un pattern ispirato al Woodland statunitense. Tuttavia, con l’evolversi delle strategie militari e la necessità di un camuffamento più efficace per le operazioni in Italia e all’estero, venne avviato lo sviluppo di un nuovo schema mimetico. Il Vegetato fu ufficialmente introdotto nel 2004, dopo test condotti in diversi ambienti per garantire il miglior compromesso tra occultamento e versatilità. Il pattern si basa su tonalità di marrone, verde e beige con elementi a chiazze frastagliate, progettate per imitare la vegetazione mediterranea.

Il Vegetato si distingue per:

  • Pattern frastagliato: a differenza di schemi più tradizionali con macchie arrotondate, il Vegetato utilizza contorni irregolari che spezzano la silhouette del soldato.
  • Colori naturali: include sfumature di marrone, verde scuro, verde chiaro e beige per adattarsi ai boschi, alle colline e alle zone agricole.
  • Adattabilità: efficace in ambienti boschivi e collinari, ma meno adatto ai contesti urbani e desertici.

Nel corso degli anni, sono state sviluppate diverse varianti del Vegetato per adattarsi a scenari specifici:

  • Vegetato Classico: utilizzato per ambienti boschivi e temperati.
  • Vegetato Desertico: variante con toni più chiari per operazioni in ambienti aridi e sabbiosi.
  • Vegetato Urbano: sperimentale e meno diffuso, pensato per missioni in aree metropolitane.

Il pattern è utilizzato principalmente dall’Esercito Italiano, ma anche dalle Forze Speciali, dai Carabinieri e da alcune unità della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare. Il Vegetato è stato impiegato in numerose missioni internazionali, tra cui Afghanistan, Libano e Balcani, dimostrando la sua validità in scenari operativi complessi. La sua efficacia ha reso il pattern apprezzato anche in ambito civile, con richieste da parte di appassionati di soft-air, escursionismo e outdoor. Il Vegetato rappresenta un eccellente esempio di mimetismo moderno, sviluppato per rispondere alle esigenze specifiche delle Forze Armate Italiane. La sua efficacia nei contesti boschivi lo rende una scelta ottimale per il territorio italiano e le missioni internazionali, confermandosi come uno dei pattern mimetici più riconoscibili e funzionali al mondo.


Il Mimetismo MultiCam: Il MultiCam è uno dei pattern mimetici più versatili e diffusi al mondo, progettato per garantire un’elevata efficacia in una vasta gamma di ambienti operativi. Sviluppato da Crye Precision nei primi anni 2000, il MultiCam è stato adottato da numerose forze armate e unità speciali grazie alla sua capacità di adattarsi a differenti scenari naturali e urbani. Alla fine degli anni ‘90, l’esercito degli Stati Uniti iniziò a cercare un sostituto per i tradizionali schemi Woodland e Desert, che non offrivano una sufficiente versatilità nei nuovi teatri di guerra. Nel 2002, Crye Precision, in collaborazione con il U.S. Army Soldier Systems Center (Natick), sviluppò il MultiCam come una delle opzioni per il nuovo mimetismo universale. Nonostante fosse considerato altamente efficace, il MultiCam perse inizialmente contro l’UCP (Universal Camouflage Pattern), che venne adottato come standard nel 2004. Tuttavia, le carenze dell’UCP spinsero l’esercito statunitense a riesaminare il MultiCam, che venne ufficialmente introdotto nel 2010 per le forze schierate in Afghanistan, con il nome di Operation Enduring Freedom Camouflage Pattern (OEF-CP).

Il successo del MultiCam si deve alla sua particolare combinazione di colori e struttura del pattern:

  • Palette cromatica adattiva: utilizza una gamma di sfumature che spaziano dal marrone chiaro al verde, con elementi beige e grigi, permettendo un’eccellente fusione con l’ambiente circostante.
  • Effetto di fusione dinamico: grazie a un particolare effetto ottico, il pattern sembra cambiare tonalità a seconda dell’ambiente e delle condizioni di luce.
  • Struttura irregolare: a differenza dei classici mimetismi a chiazze o digitali, il MultiCam presenta forme organiche con transizioni fluide, riducendo la visibilità del soldato a diverse distanze.

Varianti del MultiCam

Nel corso degli anni, sono state sviluppate diverse varianti del MultiCam per adattarsi a specifici scenari operativi:

  • MultiCam Standard: la versione originale, progettata per ambienti variabili.
  • MultiCam Arid: ottimizzato per climi desertici e aridi.
  • MultiCam Tropic: pensato per foreste pluviali e giungle.
  • MultiCam Alpine: sviluppato per ambienti innevati.
  • MultiCam Black: destinato a forze speciali e unità SWAT operanti in contesti urbani.

Dopo il successo in Afghanistan, il MultiCam è stato adottato da numerosi eserciti e forze speciali nel mondo, tra cui:

  • Stati Uniti (forze speciali, U.S. Army Rangers, alcune unità dell’Air Force e della Marina)
  • Regno Unito (versione MTP – Multi-Terrain Pattern)
  • Polonia, Australia, Francia, Italia e altri Paesi

Nel settore civile, il MultiCam è estremamente popolare tra gli appassionati di soft-air, escursionismo e cacciatori, grazie alla sua versatilità e alla qualità dei materiali sviluppati da Crye Precision. Il MultiCam si è dimostrato uno dei pattern mimetici più efficaci e adattabili, sostituendo vecchi schemi ormai obsoleti e influenzando lo sviluppo di nuovi mimetismi in tutto il mondo. Grazie alla sua continua evoluzione e diffusione globale, il MultiCam rimane uno dei riferimenti principali nel camuffamento militare moderno.


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