Quando si pianifica un’escursione di più giorni in montagna, può sorgere un dubbio: è meglio bivaccare o campeggiare? Prima di tutto, però, è fondamentale capire cosa è legale, cosa è tollerato e quali sono le vere differenze tra queste due modalità di pernottamento all’aperto. Viste le domande ricevute nelle settimane passate … Scopriamole insieme, tenendo conto delle leggi italiane e di come si comportano le persone in regioni come il Friuli Venezia Giulia.
Cos’è il bivacco e cos’è il campeggio? Spesso si usano questi termini come se fossero la stessa cosa, ma dal punto di vista normativo, non lo sono affatto.
Bivacco: il bivacco è un pernottamento non organizzato e temporaneo, di solito con attrezzature leggere come un sacco a pelo, un telo o, al massimo, una piccola tenda utilizzata solo per la notte. Durata: è limitato al tempo strettamente necessario per riposare (di solito dal tramonto all’alba).
E’ una necessità legata al proseguimento di un itinerario escursionistico o alpinistico.
Esempi tipici: dormire con il sacco a pelo vicino a un rifugio chiuso, sotto una tettoia, o in un bosco durante un trekking di più giorni.
Campeggio: il campeggio implica l’installazione stabile e organizzata di una tenda o di un altro mezzo di pernottamento, spesso con l’intento di rimanere in un luogo anche per più giorni, può estendersi oltre la notte. Finalità: è di natura ricreativa o turistica, non necessariamente legata all’escursionismo.
Esempi tipici: piantare una tenda in una radura per tutto il weekend, con attrezzatura da campeggio, cucina da campo, e così via.
Cosa dice la legge in Italia? La questione del campeggio libero è piuttosto intricata, poiché varia a seconda delle leggi regionali.
Il caso specifico del Friuli Venezia Giulia
Il Regolamento regionale 27/1996 del Friuli Venezia Giulia, formalmente denominato “Regolamento di esecuzione dell’articolo 15 della legge regionale 20 giugno 1986, n. 22”, è il principale riferimento normativo per quanto riguarda le attività di campeggio nella regione. Questo regolamento disciplina le modalità di gestione delle strutture ricettive all’aria aperta (come campeggi, villaggi turistici, aree di sosta temporanea) e, soprattutto, stabilisce i limiti del campeggio libero al di fuori di tali strutture. L’articolo più rilevante per escursionisti e appassionati di montagna è il n. 14, che vieta espressamente il campeggio libero fuori dalle aree attrezzate e autorizzate, salvo il caso in cui l’attività avvenga in forma occasionale e temporanea, e con il consenso del Comune o del proprietario del fondo. Questo significa che non è consentito piantare la tenda liberamente su suolo pubblico o privato, a meno che non si abbia un’autorizzazione esplicita. Il regolamento, tuttavia, non menziona direttamente il bivacco escursionistico o alpinistico – ovvero il pernottamento di emergenza o temporaneo con mezzi minimi (sacco a pelo, telo, tendina leggera) – che in pratica viene tollerato se effettuato con discrezione, per una sola notte, senza lasciare tracce e fuori da aree sensibili come parchi naturali, riserve o zone sottoposte a vincolo. La normativa del 1996, sebbene focalizzata su attività turistiche organizzate, viene quindi oggi interpretata – anche dagli enti locali – con un certo margine di buon senso per quanto riguarda l’attività escursionistica. È comunque importante sottolineare che i singoli Comuni e i Parchi Naturali (come quello delle Dolomiti Friulane o delle Prealpi Giulie) possono stabilire ulteriori restrizioni e regolamenti, ed è buona norma verificare sempre in anticipo eventuali divieti o limitazioni specifiche. In sintesi, il Regolamento 27/1996 non autorizza il campeggio libero ma, con una corretta interpretazione, lascia spazio alla tolleranza del bivacco responsabile, in linea con la tradizione escursionistica della regione.
Tuttavia, in generale, possiamo dire che il campeggio libero è quasi sempre vietato, tranne che nei campeggi attrezzati o in aree specificamente autorizzate. Il bivacco è di solito tollerato se avviene: per una sola notte, senza accampamenti permanenti, a scopo escursionistico o alpinistico, e non in zone protette o vietate, come parchi naturali o aree con tutela speciale. Il Friuli Venezia Giulia è una regione con una forte tradizione di escursionismo e alpinismo, quindi la normativa tiene conto di queste attività. Tolleranza nella pratica : In montagna, gli enti gestori e le forze dell’ordine tendono a essere flessibili nei confronti di escursionisti responsabili che bivaccano per necessità. In molte vallate e catene montuose del Friuli (Carnia, Alpi Giulie, Prealpi), è comune bivaccare con sacco a pelo, una tendina leggera o un tarp senza problemi, soprattutto se si seguono le regole del buon senso.
Come comportarsi per restare nella legalità
Ecco alcuni consigli pratici per bivaccare in modo legale e sicuro: Pianifica il tuo itinerario e cerca rifugi o bivacchi fissi (strutture sempre aperte in quota) lungo il cammino. Se hai intenzione di bivaccare, evita di montare la tenda prima del tramonto e smontala all’alba. Scegli luoghi discreti, lontano dai sentieri principali o da aree protette. Non accendere fuochi, a meno che non ti trovi in aree attrezzate o autorizzate. Ricordati di portare via tutti i rifiuti e di non lasciare tracce del tuo passaggio.
Hai dei dubbi? Non esitare a chiedere informazioni al Comune o alla sezione CAI locale: spesso possono darti consigli preziosi.
Bivacco e campeggio non sono la stessa cosa, né per la legge né per l’etica della montagna. Se stai facendo un’escursione o un trekking di più giorni in Friuli Venezia Giulia, il bivacco è una pratica tollerata e culturalmente accettata, a patto che tu sia discreto, rispetti la natura e conosca le normative. Rispettare la montagna significa anche conoscere le sue regole. Quando si è attenti e ben informati, si può godere di un’avventura meravigliosa senza incorrere in sanzioni o danneggiare l’ambiente.
Spero di essere stato chiaro e se avete qualche domanda, volete aggiungere qualcosa o condividere la vostra esperienza, scrivetelo nei commenti qui sotto o contattatemi tramite mail, Telegram Facebook o su Instagram.
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