Nel versante orientale delle Alpi Carniche, tra le pieghe della selvaggia Val Resia, si snoda uno degli itinerari più affascinanti e solitari del Friuli Venezia Giulia: il sentiero CAI 702 che conduce al ricovero Resartico, un piccolo rifugio in pietra incastonato tra boschi fitti e i resti di una miniera dimenticata e alla miniera visitabile gratuitamente. Questo percorso offre un’immersione profonda nella storia, nella natura e nella solitudine della montagna friulana. Quindi abbiamo deciso di trascorrere un weekend in val Resia , più precisamente a Povici di sopra nell’area di sosta camper per andare a visitare il ricovero Resartico e la miniera e ovviamente rilassarci in riva al torrente…
Sveglia presto e partenza verso il ricovero Resartico
Punto di partenza: Povici di Sopra
La camminata inizia dal piccolo abitato di Povici di Sopra (comune di Resiutta), dove si trova un comodo parcheggio (quota ~360 m) poco sopra il ponte sul torrente Resartico e come si può vedere dalla foto c’è anche una “preziosa” fontanella di acqua freschissima !!! Consiglio la partenza la mattina presto in modo tale da percorrere tutta la salita su strada asfaltata non esposti al sole, perché in questo periodo le temperature sono davvero calde.
I segnavia biancorossi del CAI 702 guidano subito lungo una carrareccia che si inoltra in un bosco di faggi e abeti. Il primo tratto è una dolce salita, ma dopo poco la pendenza si fa più ripida.
Il sentiero segue il corso del Rio Resartico, attraversato in più punti tramite guadi naturali o piccoli ponticelli di fortuna.
Dopo circa quaranta minuti, si incontra il primo rudere: un vecchio pilone di teleferica, una memoria silenziosa del traffico di minerali verso valle.
Tra boschi e memorie minerarie l’ambiente cambia rapidamente: la faggeta diventa fitta e muschiosa, e il silenzio è profondo, interrotto solo dallo scroscio dell’acqua.
Un altro segnavia che ci da il tempo di arrivo al ricovero di 1 ora e 15 minuti. Attenzione a questo bivio perché il nostro ritorno sarà per il sentiero attrezzato cai 702 B ( Sentiero acquedotto)
Il sentiero inizia a salire più ripido, seguendo la traccia storica dell’antica mulattiera che i minatori percorrevano ogni giorno. Si costeggiano vecchi muri a secco, ruderi di edifici industriali e segmenti di rotaie arrugginite. Arrivando al ricovero Resartico, dopo circa un’ora e quarantacinque minuti di cammino e un dislivello di circa 600 metri, si raggiunge un’altitudine di 895 metri. Il ricovero si fa vedere tra gli alberi. È una struttura semplice ma robusta, realizzata in pietra e lamiera, costruita e curata dalla Società Alpina Friulana (SAF) di Udine. All’interno, si trova il necessario: un pavimento in legno rialzato dove si può dormire (4-6 posti), una stufa a legna per riscaldarsi, un tavolo, panche e un libro di vetta dove lasciare un pensiero o una firma. Non c’è acqua corrente né elettricità, ma il rifugio è sempre aperto e gratuito, pensato per chi cerca un riparo d’emergenza o una sosta più lunga durante la traversata verso i monti circostanti come il Monte Cjampon o il Monte Lavara. All’esterno, una piccola area pianeggiante offre spazio per piantare una tenda o semplicemente godersi una pausa pranzo. In lontananza, si può sentire il fruscio del rio, e nei mesi più caldi non è raro avvistare caprioli o galli forcelli.
Arrivati !!!
Abbiamo fatto una bella sosta al ricovero, merenda e visitato la zona attorno e devo dire che merita una visita, anche perché nei dintorni ci sono dei cartelloni informativi che illustrano la vita ai tempi della miniera. Questo sito, oggi avvolto nel silenzio dei boschi e delle rocce, racconta di un passato minerario poco conosciuto ma intensamente vissuto da generazioni di uomini. A testimoniare quel passato, rimangono gallerie, resti di edifici industriali e il rifugio d’emergenza, un punto di appoggio fondamentale per gli escursionisti che si avventurano in questi luoghi impervi.
Riposati e pronti per l’ultimo tratto in salita ( 15 minuti circa) per andare a visitare la miniera… Zaino in spalla e via !!!
La miniera del Resartico:
La miniera si trova nel comune di Resia, ai piedi del Monte Cjampon, in una zona remota ma facilmente raggiungibile. L’attività estrattiva risale alla fine del XIX secolo e si è protratta fino agli anni ’60 del Novecento. Qui si estraevano galena (solfuro di piombo) e altri minerali metalliferi, come blenda (solfuro di zinco), in un’epoca in cui la montagna friulana era un laboratorio di risorse naturali e umane. I minatori provenivano da tutta la valle e anche da paesi vicini. Il lavoro era duro, spesso svolto in condizioni estreme, e, sebbene la produzione non raggiungesse i livelli industriali di altre miniere alpine, il sito ha avuto un’importanza economica e sociale significativa per la zona.
Oggi, le gallerie scavate nella roccia, i ruderi degli impianti di arricchimento del minerale, le vecchie teleferiche, i frammenti di rotaie e i muri a secco sono ancora visibili. Tutto questo è immerso in un paesaggio di rara bellezza, dove la natura ha lentamente ripreso il sopravvento. Apriamo il cancello ed entriamo !!!
La miniera non è molto lunga ma molto suggestiva, all’ingresso si possono trovare dei caschi ma l’altezza della galleria è molto alta. Finita la visita ritorniamo sui nostri passi per circa 40 minuti fino a raggiungere il bivio ( che vi ha detto prima) per percorrere il sentiero cai 702 B…
Il Sentiero CAI 702B, noto anche come “il percorso del vecchio acquedotto”, è una variante che collega il classico CAI 702, il quale segue il Rio Resartico. Immerso nella foresta che costeggia il fiume, questo sentiero unisce storia industriale, paesaggi mozzafiato e un pizzico di avventura: si snoda lungo le torri dell’acquedotto in calce, attraversando piccole gallerie e alcune pareti rocciose attrezzate.
Il sentiero faceva parte di una rete idrica utilizzata dalle miniere attive tra l’Ottocento e il Novecento, che estraevano bitume fossile nella valle. Il sentiero segue i resti dell’antico acquedotto di captazione, comprese brevi gallerie scavate nella roccia. Alcuni tratti esposti richiedono attenzione, ma la vista sul torrente e sui boschi è davvero spettacolare.
Dopo circa un’ oretta siamo ritornati al punto di partenza, in totale abbaimo percorso circa 13 km. Camminata che consiglio a tutte le persone allenate e bambini, stanto però attenti al sentiero attrezzato. Nel caso basta ritornate per il sentiero 702 dell’andata !!!
Alla prossima !!!
Spero di essere stato chiaro e se avete qualche domanda, volete aggiungere qualcosa o condividere la vostra esperienza, scrivetelo nei commenti qui sotto o contattatemi tramite mail, Telegram Facebook o su Instagram.
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