Come comportarsi durante una passeggiata in bosco e cosa fare in caso di incendio

Ciao a tutti!

Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi appassiona molto: il bosco.
Viste anche le numerose domande che mi sono state fatte nell’ultimo periodo, vi elenco alcuni comportamenti da seguire durante una gita, e cosa fare in caso di incendio.

Il bosco è un luogo magico, pieno di vita e di mistero, dove si possono fare tante esperienze diverse. Che si tratti di una passeggiata rilassante, di una ricerca di funghi o di una avventura tra gli alberi, il bosco offre sempre qualcosa di nuovo e di sorprendente.
Ma il bosco è anche un ecosistema delicato, che va rispettato e tutelato.

Ecco alcuni consigli per comportarsi in modo responsabile quando si fa una passeggiato o una gita in bosco:

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Come valutare il meteo in montagna

Ciao a tutti!

Viste le richieste che mi sono arrivate nell’ultimo periodo, oggi voglio parlarvi, in generale, di un argomento molto importante per chi ama la montagna: Come valutare il meteo in montagna.

Il meteo in montagna è molto diverso da quello che si può osservare in pianura o in città, perché dipende da molti fattori, come la pressione atmosferica, le nubi, i venti e le correnti. Per questo motivo, è bene informarsi prima di partire per una gita o un’escursione, ma anche saper osservare i segnali che la natura ci offre durante la nostra permanenza in quota.

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Cosa sono le radio PMR446 e come si usano – Radio Rete Montana

Le radio PMR446 sono dei dispositivi di comunicazione senza fili che operano nella banda di frequenza 446 MHz. Gli apparati radio devono rispettare alcune caratteristiche, come la potenza massima di 500 mW ERP, l’antenna integrata e inamovibile e la mancanza di infrastrutture fisse. Questa banda è libera da licenze e può essere usata da chiunque per scopi personali o professionali, purché si rispettino alcune regole. Le radio PMR446 sono molto utili per comunicare in situazioni in cui il telefono cellulare non è disponibile o non è conveniente, come ad esempio:

– in montagna, in campeggio o in escursione

– in cantiere, in magazzino o in fabbrica

– in eventi sportivi, culturali o di intrattenimento

– in emergenze o calamità naturali

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Timbri di vetta – San Servolo (Socerb-SLO)

Il castello di San Servolo (Grad Socerb o Strmec in sloveno, Schloss Sankt Serff in tedesco) si trova in Slovenia nel comune di Capodistria, a poca distanza dal confine italo-sloveno; è una rocca costruita su una rupe a più di 350 m s.l.m

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Un po’ di storia ( tratta da Wikipedia) :

Venne costruito per difendere il territorio dagli Ungari; il nucleo iniziale risale presumibilmente al IX secolo, e poi ampliato nel corso dei secoli. Fu teatro di molte battaglie e, in particolare, di quelle tra gli austriaci e i veneziani all’inizio del XVI secolo per il controllo del commercio del sale che si produceva nelle saline di Zaule e transitava lungo la Val Rosandra.Fu proprietà dei veneziani dal 1463 al 1511 che lo usavano come estrema difesa dai Turchi e dall’Impero Austriaco. Nel 1521 ne divenne poi proprietario il capitano triestino e nobile Nicolò Rauber; come sede del capitanato feudale con diritti circondariali estendeva il proprio controllo su un territorio piuttosto vasto, comprendendo, oltre al villaggio stesso di San Servolo (Socerb) e Castel, anche Cernotti, Podgorje, Piedimonte, Petrinje, Clanzi in Valle, Occisla-Clanzo, Beka (Becca), Prebenico, Vodice e San Sergio.All’inizio del XVII secolo, durante la guerra degli Uscocchi (1615-1617), il castello fu del nobile triestino Benvenuto Petazzi; i conti Petazzi mantennero il capitanato di Socerb fino al 1688, quando lo restituirono all’arciduca di Graz per trasferirsi a Zaule. Nel 1689 il castello fu visitato, descritto e raffigurato dallo storico Janez Vajkard Valvasor. Nella prima metà del XVIII secolo il capitanato di Socerb passò nelle mani dei marchesi de Priè; nel 1768 fu acquistato dai conti Montecuccoli di Modena che ne mantennero la proprietà anche dopo l’abolizione della servitù della gleba nel 1848. A causa dei danni dovuti a un incendio provocato nel 1780 da un fulmine, all’inizio del XIX secolo il castello cadde in rovina. I resti furono descritti nel 1823 dal conte Girolamo Agapito e ne venne realizzato un dipinto nel 1842 da August Tischbein. Quello che rimaneva del castello fu acquistato nel 1907 dal barone triestino Demetrio Economo che lo ristrutturò nel 1925[1] sanando il muro di cinta e rimuovendo le altre rovine. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo della lotta di liberazione, grazie la posizione strategica, venne usato come sede da parte di milizie partigiane prima e dall’esercito tedesco dopo che lo conquistò nell’autunno del 1944. Nel dopoguerra fu nuovamente ristrutturato e ha assunto un’importanza storica e un interesse prettamente turistico.

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